
DANZA DEL VENTRE
A PORDENONE

PROSSIMA REPLICA
24 Novembre 2024 h 18.00
Teatro Zotti - San Vito al Tagliamento
PRIMO TEMPO
1.La nostra storia si apre con uno sguardo all’interno di un’abitazione di schiavi Ebrei durante la loro sottomissione in Egitto. Il Faraone, spaventato per la crescita esponenziale di queste famiglie e dalla possibile ribellione, diede ordine di uccidere tutti i figli maschi appena nati.
2.Per poter salvare il proprio figlio appena nato, Yochebed decise di posare Mosè in una cesta e di affidarlo alle acque del Nilo. Seguì il percorso della culla fino a che la corrente la spinse sino alla dimora del Faraone nella quale venne trovato dalla principessa che decise di crescerlo come suo figlio. Yochebed, sollevata, tornò nella sua abitazione continuando a vivere sotto il dominio dell’Egitto come schiava, insieme ai figli più grandi Miriam e Aronne.
3.La figlia del Faraone si prese cura di Mosè senza mai rivelare le sue vere origini. Egli crebbe a palazzo diventando uno Principe stimato e credendo di essere parte della stirpe del faraone.
4.Durante una festa celebrativa in suo onore, un gruppo di schiave si accinse a portare dei doni al principe, tra queste vi era anche sua sorella Miriam. Gli vennero donati oro, stoffe pregiate, prestigiosi manufatti e una miniatura dell’Impero d’Egitto. Mosè si trovò di fronte una schiava in evidente difficoltà nel trasporto del dono. Combattuto tra poterla aiutare e mantenere il suo ruolo distaccato cedette all’impulso di soccorrere la schiava, scatenando un enorme scandalo.
5.Miriam approfittò di quel momento per svelargli le sue origini, raccontandogli del grande sacrificio che aveva fatto la loro madre per salvarlo. Per Mosè fu difficile ascoltare ed accettare queste rivelazioni in un momento in cui anche l’Egitto era contro di lui dato il grande scandalo, decise quindi di scappare nel deserto, nella terra di Madian, lasciando dietro di sé il suo passato.
6.Durante la sua attraversata nel deserto Dio lo mise alla prova con raffiche di vento, tempeste di sabbia, assenza di acqua, fino a che, esanime, Mosè si stese a terra, come un umile uomo.
7.Venne ritrovato dalle figlie del sacerdote di Madian, Ietro, parte di una comunità di pastori, allevatrici, e addestratori di uccellini.
Le ragazze lo portarono nella loro tenda, lo accudirono e chiesero al Padre di ospitarlo.
Mosè si rese utile per la comunità e presto venne riconosciuto come parte della famiglia.
8.Durante la ricorrenza della Festa della Lana, egli dichiarò il suo amore per una delle figlie del sacerdote, Sefora, che sposò.
Un giorno, durante il pascolo, Mosè venne attirato dalla montagna sacra che costeggiava Madian. Lì vide un roseto infuocato che gli parlò: «Io sono colui che sono». Dio gli dette l’incarico di liberare il popolo di Israele dagli egizi, così Mosè andò da Ietro e da sua moglie Sefora e raccontò l’accaduto e che sarebbe tornato in Egitto per la sua missione.
Stentarono a credergli, come poteva un uomo da solo combattere contro l’Egitto?
Mosè rispose: << non è con le spade che Dio libererà il suo popolo, ma con il bastone di un pastore>>.
SECONDO TEMPO
1.Mosè tornò in Egitto con il bastone di un pastore e la benedizione di Dio. Andò direttamente dal Faraone a chiedere di liberare tutti gli schiavi. Il Faraone fu irremovibile, nessuno schiavo avrebbe lasciato l’Egitto.
Mosè lo mise in guardia: questo incarico gli è stato dato direttamente da Dio, se non avesse accettato di liberare gli ebrei il Faraone sarebbe andato incontro a gravi conseguenze per l’Egitto.
2.Il Faraone chiese a Mosè di mostrargli la potenza del suo Dio e chiamò accanto a sé il suo sacerdote per poter dimostrare la superiorità degli Dei Egizi. Mosè trasformò il suo bastone in un serpente e il sacerdote del Faraone fece altrettanto, facendo comparire ben due serpenti che però non sopravvissero allo scontro. Una volta uccisi i due serpenti, il Cobra di Mosè morse il sacerdote, facendolo morire.
3.Nonostante questa dimostrazione il Faraone non concedette la liberazione al popolo di Israele. Mosè annunciò al Faraone le piaghe che avrebbero invaso l’Egitto fino a che egli non avrebbe cambiato idea.
E così accadde:
4. il Nilo si tinse di sangue tanto che non vi fu più acqua pura, la popolazione si riempì di ulcerazioni e pustole, ci furono invasioni di cavallette che divorarono il raccolto e fecero morire il bestiame, arrivarono infine la grandine e l’oscurità, lasciando un paesaggio che il Faraone non riuscì più a riconoscere come il suo grande Egitto. Nonostante ciò la decisione del Faraone non subì cambiamenti.
5.Mosè avvisò il popolo di Israele: <<siate preparati per l’ultima piaga, se credete in Dio cospargete gli stipiti delle porte delle vostre abitazioni con sangue d’agnello, Dio vedrà il sangue e non vi accadrà nulla>>.
6.E fu così che scese l’ultima piaga. Durante l’oscurità una scia di fumo attraversò l’Egitto: ogni primogenito maschio, la cui dimora non presentava del sangue d’agnello morì, compreso il figlio del Faraone.
7.Dopo questo grave avvenimento il Faraone, stremato, diede il benestare al popolo di Israele per partire. Il popolo fece una grande festa, presero tutto quello che riuscirono a portare via: cibo, acqua, animali, oggetti, oro, gioielli... e si incamminarono verso la Terra Promessa.
8.Il Faraone si pentì presto di questa decisione e decise di raggiungere Mosè per bloccarlo. Il popolo di Israele si trovò davanti ad un mare, e vedendo arrivare il Faraone da lontano pensò di essere in trappola, dubitando della promessa di liberazione di Mosè.
9. Mosè a quel punto sentì la voce di Dio che gli disse di avere fede, battendo il suo bastone a terra fece aprire il mare che liberò il passaggio per gli ebrei che riuscirono ad attraversare e raggiungere la riva. All’arrivo del Faraone il mare si ricompose travolgendolo con le onde e facendolo annegare.
10. Arrivati al monte Sinai il popolo israelita era stanco e senza ormai scorte di cibo. Non appena si accamparono ai piedi del monte Mosè comunicò al popolo di dover raggiungere la cima per parlare con Dio, lasciandoli così quaranta giorni da soli. Durante questo periodo gli israeliti cominciarono a credere che Mosè fosse morto e persero fiducia in Dio. Fusero l’oro dell’Egitto e ci crearono la statua di un vitello così da poterlo adorare. Quando Mosè ritornò dal Monte era visibilmente diverso: pareva come un saggio, come se fosse stato via parecchi anni, e teneva in mano due tavole con impressi 10 comandamenti.
Nonostante la grande delusione data dal suo popolo Mosè mostrò e spiegò agli israeliti le leggi che gli erano state dettate direttamente da Dio nel monte Sinai.
Sebbene il popolo all’inizio tentò di ribellarsi, in un secondo momento decise di seguire Mosè, rigenerando la propria fiducia in Dio.
CONCLUSIONE
Dio incaricò Mosè di proseguire il cammino con gli israeliti verso la terra promessa, essi viaggiarono per quarant’anni cosicché la generazione che aveva dubitato di Dio vi arrivò mai. Al termine del viaggio Mosè morì guardando da lontano il suo popolo stanziarsi nella terra dove sgorgano latte e miele.
Una produzione ALEA ORIENTAL DANCE STUDIO
Direttore Tecnico e Artistico ALESSANDRA SEGATTO
I partecipanti (IN ORDINE ALFABETICO):
ALESSANDRA BORTOLUSSI
ALESSANDRA DE SIMOI
CHIARA QUARIN
CRESCENZO SARCINELLA
CRISTINA ZANARDO
ENSI COASSIN
EUNI TOLENTINO
FRANCESCA MASSONE
GIADA RIPAMONTI
GRUPPO LE’OR
LAURA CORSALE
LENNI POLES
LISA TAVIAN
LUIGI MASTROIANNI
MARGHERITA BERLESE
MICHELA TRAINA
PAMELA SPADA
ROSANNA DEL ZOTTO
SASKIA GIARRETTA
YLENIA SCODELLARO
Si ringrazia in particolar modo CUAMM – Medici con l’Africa
rappresentati dal Dottor Ragogna
Si ringraziano:
LUCI E AUDIO: Paolo Piuzzi
TEATRO: Parrocchia di Borgomeduna
SPAZI DI REALIZZAZIONE: Valery Space Pordenone
FOTO E VIDEO: Massimiliano Cusin